Le mie parole preferite in Catalán: CAP e CAL
Post condiviso da Ale, Genius a Barcellona
Il Catalano, per chi è appena arrivato a Barcellona, può suonare un po’ ostico, grossolano, poco musicale. Ha dei suoni duri e gutturali a cui noi italiani non siamo abituati, e a volte possiamo confonderlo con un dialetto. Attenzione a non dire una cosa simile davanti a un catalano autentico: si rischia di finire in una discussione infervorata sulla lingua che per i catalani è anche un simbolo di indipendenza politica e di identità culturale, di cui bisogna mantenere il rispetto o guadagnarsi subito l’ostilità dei locali.
Dopo dieci anni a Barcellona ho imparato ad apprezzare e rispettare questa lingua, e inevitabilmente ho iniziato a comprenderla e a parlarla suscitando a volte l’ ammirazione e la gratitudine dei catalani con cui ho il piacere di conversare.
In molti aspetti è una lingua simile ai dialetti che si parlavano in casa della mia famiglia, il patois delle valli occitane, il piemontese e il veneto. Ma ci sono delle espressioni particolari che la rendono unica e a cui mi sono affezionata, tanto da inserirli a volte nelle mie conversazioni in spagnolo (e a volte in Italiano). Specialmente CAP e CAL.
CAP è una parola “tuttofare”. Significa tante cose:
Testa, capo, in questo è simile all’italiano.
Capufficio, in spagnolo “el Jefe”
“Tres pomes per cap” > tre mele a testa
C.A.P. : Centre d’ Atenció Primaria, cioè centro di salute di prima necessità, dove c’è il medico di famiglia e i servizi sanitari del quartiere
Cap vuol dire “nessuno”. Cap problema vuol dire “non c’è problema”. No n’ hi ha cap vuol dire “non ce n’è nessuno”.
Cap vuol dire anche Punta, Capo nel senso geografico, per esempio “Cap de Creus”, un posto magnifco sulla Costa Brava.
“Cap a” significa “verso”. Cap a les tres de la tarda vuol dire Verso le tre del pomeriggio
CAL invece è una parolina corta che riassume il “c’è bisogno di” o il “se necesita, hace falta”
Amo il dono della sintesi.
Per imparare il catalano, a Barcellona esistono corsi gratuiti per stranieri, organizzati dal Consorci per la Normalització Linguïstica.
Quando vedrai brillare gli occhi del primo Catalano con ti sforzerai di parlare nella sua lingua natale, vedrai che non sarà stato inutile
Grazie ad Ale, Genius a Barcellona, per aver condiviso i suoi consigli!